Se le premesse del 2018 sono quelle appena trascorse, possiamo dire che per ciò che riguarda il turismo, questo potrebbe essere l'anno del definitivo rilancio del nostro territorio.
I tanti eventi organizzati in quasi tutti i comuni e soprattutto la tanta neve caduta proprio a ridosso del periodo natalizio sono stati un'alchimia fondamentale affinché piazze, vicoli e montagne si riempissero di gente accorsa ad ammirare scorci e paesaggi che in altri periodi non suscitano la stessa ammirazione.
Ma nemmeno abbiamo finito di smontare l'albero di Natale che ecco incombere sua maestà il Carnevale che, con la sua allegria e spensieratezza ci permetterà di sopravvivere alle fredde ed umide giornate di Febbraio.
Domenica 4 Febbraio si terrà la 28a edizione del Carnevale Santarufinaro. Anche quest' anno i protagonisti della sfilata saranno i carri allegorici ed i vari gruppi a piedi organizzati da grandi e piccini.
Nel piccolo borghetto a nord di Rieti si vivrà quindi per un giorno intero nella spensieratezza e nella goliardia, cercando di dimenticare i problemi quotidiani.
Ma la festa più famosa e che richiama ogni anno centinaia di persone è sicuramente quella che si svolgerà la prima domenica di quaresima a Poggio Mirteto.
Il Carnevalone è caratterizzato da un forte connotato anticlericale. L'origine della festa, infatti, è nella rivolta popolare del 24 febbraio 1861 che decretò la liberazione di Poggio Mirteto dallo Stato Pontificio. Dopo la rivolta, quando la delegazione degli operai di Poggio Mirteto si recò dal marchese Gioacchino Napoleone Pepoli per chiedere l'annessione al futuro Regno d'Italia, il Commissario Generale dell'Umbria propose di premiare la cittadina facendo passare per Poggio Mirteto la ferrovia Roma-Orte. Ma a questa offerta la popolazione preferì invece che venisse stabilito di celebrare ogni anno una grande festa a ricordo della liberazione dallo Stato Pontificio, e così fu.
Il 18 Febbraio a Castel di Tora il Polentone è servito. Aringa, tonno, baccalà e alici sono gli ingredienti con i quali, nello splendido borgo si preparerà il sugo di magro con il quale si condisce questa specialità. Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: forse non è un caso che il periodo che conduce alla Pasqua si apra con il racconto delle tentazioni, perché la ricetta del posto rappresenta un peccato di gola al quale è difficile resistere. Nel borgo dal fascino magico che sorge proprio sulle rive del Lago del Turano, peraltro, la polenta non è solo un piatto povero tipico della tradizione contadina, ma una vera e propria istituzione: Castel di Tora è uno dei sedici paesi che compongono l’Associazione Culturale dei “Polentari d’Italia”, uniti dalla stessa voglia di riscoprire le tradizioni e confrontarsi attraverso questo piatto.
Buona vita.